L’uomo di oggi

Modelli di riferimento che non sposano le necessità odierne

La fragilità psicologica dell’uomo contemporaneo

Nella società odierna, caratterizzata da rapidi mutamenti e pressioni sistemiche verso l’eccellenza e la performance, la figura maschile si trova a sperimentare e vivere una fase di fragilità psicologica, incertezza e straniamento, potenzialmente indotta anche da altri molteplici fattori di stress che lo portano a vivere una condizione di insicurezza sociale.
La difficoltà percepita da un individuo che non si sente all’altezza delle aspettative della società, può essere declinata sotto molteplici punti di vista: da quello banalmente estetico – i giovani e splendidi modelli dal fisico perfetto e il sorriso accattivante sono una minoranza e l’uomo medio ne è piuttosto distante – a quello economico-lavorativo, che soprattutto nell’attuale congiuntura produce molti più vinti che vincitori.

coppia in crisi seduta sul divano

Questa fragilità sociologica e questo spaesamento La DE è un sintomo in forte aumento: tra il 1995 e il 2025 si stima un aumento totale mondiale di 170 milioni di persone. vengono ulteriormente acuiti dall’evoluzione dei ruoli  e delle dinamiche nei rapporti di genere, che hanno portato la donna ad affermarsi in maniera più autorevole al cospetto dell’uomo, e quest’ultimo a percepire la necessità di adeguarsi alle crescenti aspettative dell’altro sesso, con tutte le difficoltà e incertezze che ne derivano.

L’emancipazione femminile e le sue ripercussioni sull’uomo si riflettono anche nell’ambito sessuale, dove il maschio contemporaneo può sentirsi sotto

Il sesso, croce e delizia nella vita dell’uomo

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Alcune fasi della vita dell’uomo di oggi risultano decisamente tardive, dilatate e precarie rispetto a quelle dei propri genitori o nonni: l’età adulta, simbolicamente demarcata dall’ingresso nel mondo del lavoro, comincia più tardi e tra maggiori difficoltà, la stabilità di coppia è minore, si fanno meno figli e in età più avanzata, la pensione è un traguardo che si allontana sempre di più.

Tutto ciò incide, in diverse modalità a seconda delle fasi della vita, sulla stabilità emotiva e psicologica dell’individuo, nonché inevitabilmente sulla sua sfera sessuale.

Quest’ultima, che riveste una primaria importanza nell’ambito della salute psicofisica dell’individuo, risente inoltre di distorsioni e condizionamenti prodotti dalla sovraesposizione delle persone a stimoli sessuali in molti ambiti della loro quotidianità, e della proposta di modelli – dal “macho che non deve chiedere mai”, all’instancabile dongiovanni – poco confortanti e identificativi per la fragilità maschile moderna.

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La necessità di un nuovo modello di uomo

Data l’attuale condizione di fragilità psicologica ed emotiva dell’uomo, si assiste oggi ad un crescente desiderio di emancipazione dal modello dominante, di ridimensionamento della  indotta e forzata necessità di mostrare e valorizzare ad ogni costo la propria virilità.

Cervello maschile: una coppia abbracciata a letto

Emerge la necessità di un nuovo modello più “onesto e normale”, calato nel mondo reale anziché nei set, negli studi televisivi o fotografici; un modello che si discosti tanto dalla falsa perfezione estetica proposta dai media e dalla pubblicità, quanto dallo stereotipo machista del passato, lasciando maggiore spazio alle reali e personali specificità dell’individuo nonché alla sua sensibilità ed emotività. Un modello nel quale l’uomo di oggi possa appieno ritrovarsi senza, per questo, sentirsi meno virile.

Questo nuovo uomo, ben consapevole della propria imperfezione
e stanco di soffrirla come una propria colpa, abbraccia il processo di
de-mascolinizzazione (inteso come decostruzione del modello imposto) senza viverlo come uno svilimento della sua identità maschile né come un’abdicazione alla propria virilità, ma come atto di indipendenza e autodeterminazione.

Un uomo esegue un massaggio sensuale alla propria partner

Il rigetto dei modelli dominanti può essere salutare anche per poter accedere a una sessualità più appagante, più libera da modelli precostituiti e condizionamenti di sorta, ma non per questo meno piena e soddisfacente.

Sentire il desiderio di emanciparsi dall’icona del maschio ideale non significa essere “meno uomo” ma accettare i propri “limiti” e vivere al meglio seguendo i propri reali desideri e attitudini invece che inseguire il miraggio di un modello imposto dall’esterno. Significa vivere la mascolinità in modo diverso, probabilmente più autentico e salutare rispetto alla disperata rincorsa di un irraggiungibile stereotipo di “perfezione” che genera ansie e frustrazioni.

Significa infine vivere la sessualità in maniera piena e appagante nonostante le possibili difficoltà, che l’uomo di oggi può superare in maniera più semplice rispetto al passato.

I QUATTRO PROFILI DELL'UOMO DI OGGI

L'indagine svolta da dall'Istituto di Ricerca GFK ha delineato quattro profili dell’uomo di oggi. Non c’è un profilo prevalente, essendo divisi piuttosto equamente tra: Family man (26%), un uomo realizzato e soddisfatto di sé, centrato sulla famiglia; Forever young (32%), che ama godersi la vita e incontrarsi con gli amici; Aspirante leader (22%) molto centrato su se stesso e la carriera; Uomo in crisi (20%), non particolarmente soddisfatto di se stessi, della famiglia e della vita affettiva.

%

FAMILY MAN

 Realizzato e soddisfatto di sé, centrato sulla famiglia

%

FOREVER YOUNG

Che ama godersi la vita e incontrarsi con gli amici

%

ASPIRANTE LEADER

Molto centrato su se stesso e la carriera

%

UOMO IN CRISI

Non soddisfatto da sé, famiglia e vita affettiva

L’identità maschile del Family man, tracciata dalla ricerca, è quella di un uomo realizzato, soddisfatto di se stesso, della famiglia e della vita affettiva. Si tratta di un uomo centrato sulla famiglia, che ci tiene ad essere il punto di riferimento per la partner e i figli. Il Family man ha un lavoro soddisfacente, si ritiene un uomo «tutto d’un pezzo», di sani principi e molto aperto al dialogo. Appartiene a questo profilo il 26% degli uomini intervistati. Rispetto alla media del campione i Family man sono più maturi, (il 36% ha 55-64 anni vs. 25%), hanno di più una relazione stabile (90% vs. 82%) e hanno figli (81% vs. 72%).

Gli uomini appartenenti a questo gruppo apprezzano la donna e la considerano una pari con la quale si può discutere e confrontarsi. Il sesso è una componente molto importante della loro vita e considerano la qualità dei rapporti soddisfacente.

Nel rapporto sessuale apprezzano l’intraprendenza della donna e fondamentale per loro è dare piacere alla partner ed essere attenti ai suoi desideri. Nel caso di problemi di erezione provano delusione e imbarazzo.

Rispetto alla media del campione sono significativamente differenti perché: dichiarano che la donna è una figura con la quale si può discutere e confrontarsi, che può dare consigli (79% vs 70%). Per loro il sesso è molto importante (90% vs. 88%); hanno rapporti almeno due volte a settimana (53% vs. 46%); sono molto o abbastanza soddisfatti della qualità dei rapporti (79% vs. 72%). Nel rapporto sessuale apprezzano l’intraprendenza della donna (93% vs. 83%) e non ritengono che sia l’uomo a dover guidare i giochi (12% vs. 26).

La mia ostinazione nel voler studiare e risolvere una malattia come la disfunzione erettile, mi portò poi a scrivere una tesi sul ruolo degli ormoni nell’impotenza psicogena. Un’argomentazione che piacque molto, al punto da essere pubblicata sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism: la più autorevole rivista degli endocrinologi americani e di tutto il mondo.

Considerando però che la disfunzione erettile oltre che sul fisico ha un impatto psicologico molto profondo sulla mente e sulla vita di relazione, ogni medico dovrebbe avere il dovere di supportare il singolo e la coppia attraverso il counselling; che è la prima terapia dell’impotenza.

L’identità maschile del Forever young, tracciata dalla ricerca, è quella di un uomo abbastanza soddisfatto di se stesso, della famiglia e della vita affettiva. Il lavoro è semplicemente una componente della sua vita, ama, invece, godersi la vita e incontrarsi con gli amici con i quali si lascia andare veramente.

Appartiene a questo profilo il 32% degli uomini intervistati. Rispetto alla media del campione i Forever young sono concentrati nella fascia 35-54 anni; hanno meno relazioni stabili (77% vs. 82%). Gli uomini del gruppo Forever young apprezzano la donna, ma ritengono che sia diventata troppo autoritaria, e capisca poco l’uomo; secondo loro la donna ha un po’ perso le sue caratteristiche femminili ed è un po’ meno mamma e moglie.

Per loro il sesso è una componente importante della vita e la qualità dei rapporti è abbastanza  soddisfacente. Nel rapporto sessuale vorrebbero maggiormente guidare i giochi; importante per loro è dare piacere alla partner, ma anche provare piacere.

Nel caso di problemi di erezione provano imbarazzo e preoccupazione. Rispetto alla media del campione sono significativamente differenti perché: sono abbastanza o molto d’accordo ritenere la figura femminile autoritaria (78% vs. 69%) e ritengono che voglia dettar legge (75% vs. 62%); è meno mamma e meno moglie (41% vs. 32). Dichiarano il sesso abbastanza/molto importante (92% vs. 88%);

Secondo i Forever young essere uomo oggi nel rapporto sessuale vuol dire anteporre il piacere della partner al proprio (68% vs. 62); ma è l’uomo che deve guidare i giochi (35% vs 26%).

L’identità maschile dell’Aspirante leader, tracciata dalla ricerca, è quella di un uomo molto centrato su di sé e particolarmente soddisfatto di se stesso. È un uomo comunque presente in famiglia e aperto al dialogo, ma è lui a prendere le decisioni più importanti. Il suo principale obiettivo è il lavoro, cioè far carriera e il raggiungere il benessere economico. Nello stesso tempo però il lavoro è fonte di stress. Nel tempo libero ama divertirsi con la famiglia e gli amici, praticare sport, ma anche rilassarsi.

Appartiene a questo profilo il 22% degli uomini intervistati. Rispetto alla media del campione gli Aspiranti leader vivono al sud (41% vs. 34%) e sono giovani 35-40 anni (25% vs. 18%).

Gli uomini definiti Aspiranti leader si confrontano con la donna, ma sono infastiditi dal fatto che sia diventata troppo autoritaria e poco comprensiva. Per loro il sesso è una componente molto importante della vita e la qualità dei rapporti è assolutamente soddisfacente.

Nel rapporto sessuale mirano alla soddisfazione della partner e apprezzano l’intraprendenza della donna, ma tendono comunque a dominare/a guidare in ogni caso i giochi.

Se subentrano problemi di erezione provano imbarazzo e rabbia.

Rispetto alla media del campione sono significativamente differenti perché: dichiarano che la donna sa quello che vuole e riesce quasi sempre ad ottenerlo (81% vs. 70%); ritengono che la donna voglia dettar legge (55% vs. 40%), capisca poco l’uomo e pretende molto (53% vs. 39%). Gli aspiranti leader dichiarano il sesso molto importante (92% vs. 88%); hanno rapporti almeno due volte a settimana (54% vs. 46%); sono molto o abbastanza soddisfatti della qualità dei rapporti (79% vs. 72%). Nel rapporto sessuale apprezzano l’intraprendenza della donna, molto o abbastanza (91% vs. 83%); secondo loro l’uomo deve anteporre il piacere della donna al proprio (76% vs 62%) ed è l’uomo che deve guidare i giochi (47% vs. 26%).

L’identità maschile dell’Uomo in crisi, tracciata dalla ricerca, è quella di un uomo non particolarmente soddisfatto di se stesso, della famiglia e della vita affettiva, ed anche il lavoro non è fonte di particolare soddisfazione. È in generale un uomo più chiuso, con minor apertura al dialogo e al confronto, più solitario anche nel tempo libero, nel quale si dedica al proprio hobby e allo sport.

Appartiene a questo profilo il 20% degli uomini intervistati. Rispetto alla media del campione: sono celibi (23% vs. 16%), hanno meno relazioni stabili (77% vs. 82%), non hanno figli (36% vs. 28%). Gli uomini ‘in crisi’ hanno qualche difficoltà a rapportarsi con le donne: ritengono il sesso meno importante rispetto agli altri uomini; per loro la qualità dei rapporti è solo abbastanza  soddisfacente. Nel rapporto sessuale l’intraprendenza della donna non è particolarmente apprezzata e nel rapporto sessuale non tendono ad anteporre il piacere della donna al proprio.

Nel caso di problemi di erezione provano delusione e rabbia. Rispetto alla media del campione sono significativamente differenti perché: sono meno d’accordo ad affermare che la donna è capace di avere più ruoli (59% vs 76%), che sia una persona con la quale si può discutere di tutto e confrontarsi (57% vs. 70%).

Inoltre dichiarano il sesso meno importante rispetto alla media (76% vs. 88%); hanno rapporti meno di due volte a settimana; non sono soddisfatti della qualità dei rapporti, (cioè è soddisfatto della qualità dei rapporti il 56% vs. 72). Il 16% (vs. 7) non ha rapporti sessuali.

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Leggi l’intervista al Prof. Jannini
e approfondisci il tema della disfunzione erettile.

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